La rivoluzione digitale dell’economia va di pari passo con l’esistenza di figure professionali adeguatamente preparate a tale scopo. Servono però percorsi formativi adatti alla preparazione dei giovani talenti e politiche a supporto di un cambiamento radicale.
Osservatorio delle competenze digitali 2019: uno strumento a supporto della digitalizzazione del Paese
A tale scopo viene in aiuto l’“Osservatorio delle competenze digitali 2019”, il report che, giunto alla sua quinta edizione, fotografa ogni anno lo status della domanda di lavoro delle professioni legate al settore ICT, richieste non solo dalle aziende attive nel settore stesso ICT (hardware, software, servizi IT telecomunicazioni) ma anche da aziende che prevedono nel loro organico funzioni legate all’ambito ICT (tipicamente nella divisione sistemi informativi).
Il rapporto è stato presentato l’11 dicembre a Palazzo Montecitorio durante un incontro che ha visto come protagonisti i diversi attori che hanno contribuito alla realizzazione del progetto oltre all’intervento del Ministro del lavoro e delle Politiche Sociali, Nunzia Catalfo, e il Ministro per l’innovazione tecnologia e la digitalizzazione, Paola Pisano.
AICA, Aintec-Assinform, Assintel ed Assinter, insieme all’Agenzia per l’Italia Digitale e al Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca si sono affidate alla tecnologia di big data analysis di WollyBI per capire come ridurre la forbice tra domanda e offerta.
- Quali sono le competenze a maggiore domanda?
- Per quali competenze che saranno domandate in futuro occorre organizzare nuovi percorsi di formazione?
- Dove trovano lavoro i diplomati e i laureati informatici?
- Come attrarre i giovani verso professioni ad elevato contenuto digitale ovvero verso un’occupazione sicura?
Si tratta ovviamente di un tema di grande interesse soprattutto per le ricadute che hanno sulla società contemporanea.
Le caratteristiche del mercato del lavoro oggi
Quali sono le caratteristiche che contraddistinguono il mercato del lavoro oggi: una su tutti è la velocità del cambiamento che significa per le aziende prendere più rapidamente una serie di decisioni strategiche che sono di fatto quelle che vanno a migliorare il risultato economico. Per fare ciò servono informazioni, che derivano dai dati estrapolati dal web, i big data quindi, su cui si basa “L’Osservatorio” . Grazie all’analisi delle vacancies postate sul web e ad un approccio data driven è possibile capire in tempo reale cosa vogliono le aziende, di quali professionisti hanno bisogno.
I risultati: cosa ci dice il rapporto?
Da ottobre 2018 a settembre 2019 sono stati analizzati circa 104.000 annunci di lavoro. La figura professionale legata all’ICT più richiesta negli annunci di lavoro sul web è il developer, con oltre 45.000 richieste, mentre la figura del devops expert, cioè colui che si occupa dell’intero ciclo di vita del software, è quella che ha registrato il tasso di crescita più elevato.
Per quanto riguarda la distribuzione delle job vacancies sul territorio italiano, che è anche un chiaro indicatore del digital devide (il divario esistente tra chi ha accesso effettivo alle tecnologie dell’informazione, in particolare personal computer e Internet, e chi ne è escluso, in modo parziale o totale) il 43% circa appartiene al Nord Ovest, il 28% circa nel Nord Est, il 19% circa nel Centro e oltre l’8% nel Sud e nelle Isole.
Andando ancora più nel dettaglio a livello territoriale, nel Nord Ovest l’82% degli annunci di lavoro pubblicati sul web per le figure professionali legate all’ICT riguarda la Lombardia, seguita dal Piemonte. Nel Nord Est il Veneto, con il 50% delle vacancies sul web è la regione più virtuosa, anche per il tasso di crescita più elevato nel periodo di riferimento, seguito dall’Emilia Romagna con il 38%.
Il Centro è caratterizzato dal 57% del Lazio, per arrivare al Sud dove la Campania è la regione più dinamica, con il 38%, seguita dalla Puglia con il 20%.
Quali sono le professioni più richieste nei vari settori economici
È utile capire poi quali sono i settori economici che richiedono maggiormente professionisti dell’ICT.
Non sorprende che proprio lo stesso mercato dell’ICT ha il 42% degli annunci di lavoro pubblicati; seguono poi il settore dei servizi e consulenza alle imprese, con un andamento in crescita dal 18% al 22% e un incremento complessivo del +22% da un anno con l’altro, e l’industria.
La rilevanza delle skills nelle figure professionali dell’ICT
L’ ”Osservatorio delle competenze digitali 2019” ha preso in esame 37 professioni: 30 di queste appartengono alla classificazione proposta dallo standard Cen, le altre 7 sono potenziali nuove figure professionali non ancora classificate ma comunque intercettate dallo studio grazie alla presenza di skills e di una nuova terminologia per identificarle sempre più diffuse.
La composizione delle competenze richieste nell’ambito di queste figure è davvero interessante. Il 43% è rappresentato dallo skill digital rate, cioè la rilevanza delle competenze digitali, il 19% da hard skills, cioè quelle legate alla gestione dei processi delle aziende in cui si lavora, e il 38% dalle soft skills o non cognitive skills. Si tratta di dati molto importanti per le professioni dell’ICT poiché fa capire come il loro ruolo e cosa viene loro richiesto stia cambiando: da figure specializzate a persone che partecipano strategicamente all’andamento del business.
Qual è il gap tra la domanda e l’offerta delle professioni del settore ICT
Lo studio ha messo in evidenza alcune riflessioni finali, previsioni non troppo utopistiche sull’evoluzione del mercato del lavoro in Italia. Emerge che oggi abbiamo un surplus di offerta dei diplomati e allo stesso tempo una carenza di offerta di neolaureati. La previsione dell’Osservatorio ci dice che entro il triennio 2019-2020-2021 mancheranno all’appello delle aziende circa 28.000 laureati.
Il trend della domanda di lavoro continua a cambiare ed evolversi evidenzia una forte dinamicità nelle professioni ICT. Il digitale sta diventando un elemento sempre più importante, tanto da valere il 20% nei servizi e il 17% nell’industria.
Le istituzioni e le Università preposte alla formazione dei giovani hanno pertanto una forte responsabilità che si applica nell’allineamento della propria offerta formativa. Il mercato del lavoro, dal lato dell’offerta, dovrà quindi allinearsi in tempo quasi reale alle esigenze che stanno esprimendo le aziende, per essere inclusivo e garantire occupazione nel futuro.