Le nuove professioni digitali nell’ambito dell’Ict sono tra le figure più richieste nel mercato del lavoro. Lo dimostra lo studio “Osservatorio delle competenze digitali 2017” condotto da Aica, Assinform, Assintel e Assinter Italia e promossa da MIUR e AGID, giunto alla sua terza edizione.
Il progetto, già presentato a Roma lo scorso giugno, è stato esposto martedì 12 dicembre presso l’Università di Milano Bicocca. Allo studio ha contribuito anche WollyBi.
A che punto è la domanda delle professioni digitali oggi? Quali sono le competenze richieste? L’Italia come si schiera rispetto agli altri paesi europei? Facciamo il punto.
La situazione in Italia
Negli ultimi 10 anni in Italia la dinamica degli occupati nel settore ICT è stata nel suo complesso migliore rispetto al resto dell’occupazione, con una crescita media annua del 2,8% tra il 2004 e il 2015. Tuttavia tale percentuale positiva non tiene il passo con quella europea (pari al 4,2%).
È innegabile il ritardo dell’Italia nell’adozione di tecnologie e soluzioni ICT rispetto al resto dell’Europa e lo si evidenzia nel numero di impiegati che in azienda usano il pc, il numero di imprese dotate di sito web e che pubblicano offerte di lavoro sempre sul sito.
I pochi presenti inoltre non hanno le caratteristiche qualitative possedute dai “colleghi” europei, sia per età anagrafica che per livello di preparazione. Solo un terzo dei nostri professionisti digitali sono laureati, contro il 60% della media europea, e solo un quarto appartengono alla fascia under 35, contro il 36% europeo.
Le competenze digitali
Grazie all’analisi svolta da WollyBi è possibile tuttavia osservare come le competenze digitali – seppur con sensibilità differenti in funzione della professione – svolgono un ruolo sempre più abilitante per rispondere adeguatamente alle esigenze di competenze espresse dalle imprese. Insomma, non ci si può proprio più esimere dal possedere certe conoscenze.
Lo dimostra il calcolo dello Skill Digital Rate, che dà indicazione dell’incidenza delle Skill Digitali in una singola professione CEN. Nelle nuove professioni ICT lo Skill Digital Rate è molto alto, pari al 68%, tra le quali alcune connesse proprio alle nuove tecnologie emergenti, oltre ad un’elevata rilevanza delle soft skill e delle non cognitive skills.
Anche nelle professioni non ICT le competenze digital stanno diventando parte integrante dei profili ricercati. Dopo aver analizzato oltre 600.000 annunci di lavoro è emerso come lo Skill Digital Rate cresce per le aree occupazionali legate alle attività di supporto, amministrative e gestionali e di sviluppo del mercato (come per esempio le Risorse Umane, la contabilità e il Marketing). In particolare per alcuni sono richieste skills digitali di base e di intermediazione informativa, per altri invece è prevista una prevalenza di skills digitali applicative e tecniche, anche se non puramente legate al ruolo specifico.
Cosa ci aspetta il futuro?
Sembra che la domanda incrementale di figure Ict è attesa crescere nel triennio 2016-2018 del 2% l’anno nell’ipotesi più conservativa. Quasi il quadruplo della crescita occupazionale annua italiana, cioè lo 0,5% (secondo il modello previsionale Excelsior 2016). Per quanto riguarda l’offerta, cioè il numero di professionisti pronti ad entrare nel mercato del lavoro con le caratteristiche richieste dall’Ict, si prevede un flusso in entrata di circa 71.000 risorse, di cui due terzi diplomati e un terzo laureati.
I numeri dimostrano come il mercato stia cambiando e si stia evolvendo sempre più rapidamente. Riuscirà l’Italia a recuperare e tenere il passo con gli altri paesi europei adeguando le strutture formative da una parte e aiutando le aziende a cogliere le opportunità digitali di questo cambiamento?